"Sono un lavoratore in cassa integrazione da maggio 2009, ho un mutuo di 125mila euro, nessuna morosità e un reddito inferiore ai 40mila euro annui. La mia banca però ha rifiutato di prendere in considerazione la mia richiesta perché ha escluso dalla moratoria tutti i mutui a rata costante. Mi chiedo se la banca possa tagliare fuori dal piano famiglie un mutuatario nella mia situazione, con 900 euro netti al mese e una rata di 640 euro".
Lo sfogo inviato da Antonio a Mutui24 è comprensibile, e purtroppo sarà probabilmente destinato a non rimanere isolato. Il "Piano famiglie", che prevede la sospensione del mutuo per chi ha perso il posto di lavoro, ha subito la cassa integrazione o altri eventi sfavorevoli e che ha preso il via lunedì scorso è di sicuro un'iniziativa meritevole che lancia una vera e propria ancora di salvataggio per chi è in difficoltà con le rate. Ma ha ovviamente i suoi limiti e finirà per escludere anche clienti che veramente ne hanno bisogno.
Non solo per il tetto all'importo (150mila euro) e al reddito imponibile (40mila euro), che per fortuna molte banche aderenti hanno rimosso, o per l'ambito temporale (l'evento sfavorevole deve essersi verificato non prima del 2009), ma anche per tecnicismi che francamente paiono inspiegabili come l'esclusione a priori dei prodotti a rata costante e durata variabile (che qualche istituto comunque ha incluso).
Il caso di Antonio dimostra, se ce ne fosse bisogno, che le banche dovranno applicare le agevolazioni frutto dell'accordo fra Abi e associazioni dei consumatori evitando rigidità e facendo ricorso a tutto il buon senso di cui si possa disporre: in fondo un cliente in difficoltà con i pagamenti non è un buon affare neanche per loro.
Raccontate la vostra esperienza sulla moratoria